martedì 17 gennaio 2012
I giovani piloti italiani: Kevin Calia
Di nuovo qui a parlare di un giovanissimo pilota dal futuro molto promettente e che già fa parlare di se, avendo preso già parte a molti campionati importanti fra cui l'ambitissimo RedBull Rookies Cup, il suo nome è Kevin Calia.
Il giovane Kevin è di Imola e l'accostamento al celebre pilota che ha appena abbandonato il mondo delle corse (ma solo per far parte della commissione sicurezza!) Loris Capirossi.
Sentiamo cos'ha da dirci e quali aspirazioni ha.
M34: Allora Kevin, parlaci di te e di come hai iniziato a correre...
KC#74: Ho iniziato a correre all'età di cinque anni quando mio padre mi regalò la mia prima mini moto per il mio compleanno.
Dopo pochi mesi ho cominciato ad andare a girare a Galliano park, nella pista del mio grande amico Fabiano Fantini;
È lì che ho conosciuto Thomas Cornacchia che mi aiuto nei primi anni di approccio.
Nel 2002 mio padre mi iscrisse al campionato regionale di mini moto , per divertimento , come passatempo; i risultati furono subito discreti e dopo la mia passione è diventata una dote.
M34: Sei ancora giovanissimo, inutile nasconderlo sei una promessa del
motociclismo italiano, come ci si sente in questo a volte scomodo ruolo?
KC#74: Il mio ruolo non mi pesa affatto, sinceramente io penso a salire in moto e svitare l'acceleratore dando il 100% di me stesso , e se non basta dò anche più del massimo.
Sicuramente il fatto di essere considerato una promessa del motociclismo italiano mi onora e mi rende molto felice, ma ho ancora molta strada da fare e tanto da dimostrare.
M34: Sei di Imola come il grande Loris Capirossi, lui si ritira e tu stai
incominciando la tua carriera...Lo conosci?che rapporto hai con lui?
KC#74: Io e Loris ci conosciamo abbastanza bene , è molto simpatico e mi è dispiaciuto vederlo smettere di correre
M34: Hai un team ed una squadra che ti segue, ma in precedenza era tuo padre a
portarti alle gare con il camper, cos è cambiato?
KC#74: Precisamente non è cambiato nulla perché quest'anno mio padre mi ha accompagnato sempre a tutte le gare; il fatto di avere una squadra di tecnici molto qualificati , come i ragazzi che hanno lavorato per me quest'anno, mi ha fatto molto piacere e mi sono trovato molto bene fin dalla prima gara a Misano dove li ho conosciuti e dove sono salito per la prima volta su un Aprilia.
Paolo Zavalloni , Gianni Bacchilega e Davide Gorini mi hanno accolto subito a braccia aperte e tra di noi si è creata una bellissima armonia fin da subito.
Mio padre ha sempre la solita posizione , mi accompagna , mi dà consigli e mi tiene in riga quando commetto degli errori.
M34: Senti il peso nell'avere delle persone(famiglia e team) che basano il loro
futuro sui tuoi successi?
KC#74: La mia famiglia sta facendo grandi sacrifici per offrirmi la possibilità di correre, ma al giorno d'oggi è veramente molto difficile; io non penso a tutto questo quando sono in moto, ma ovviamente sono immensamente grato alla mia famiglia.
Quest'anno ho avuto la fortuna di poter correre con un budget molto limitato grazie anche all'aiuto del team manager Massimo Nicosanti che ci è venuto molto in contro
M34: Tuo padre ti segue ancora?è ancora parte integrante della tua carriera?quant
è importante avere una persona di famiglia così vicino?e cosa comporta?
KC#74: Avere mio padre al mio fianco è molto importante perché lui vuole sempre il mio bene , quando magari nel paddock si da ascolto alle persone sbagliate o quando si vivono le giornate "no".
Avere una persona cara su cui poter contare è molto nel mondo della competizione
M34: Come molti campioni sei stato formato dalle minimoto, le ritieni fondamentali per la formazione e la crescita dei campioni?
KC#74: Io sono nato dalle mini moto come quasi tutti i piloti che hanno corso quest'anno con me. Sono sicuro che le minimo ti sono un grande punto di partenza per la carriera di un pilota, perché si impara molto, inoltre tutti sappiamo che alla tenera età di 7 anni non si hanno molte paure. Direi quindi che le minimoto sono una specie di scuola materna dove si imparano le prime cose, e dove crescendo il gioco diventa una competizione in automatico.
M34: Il CIV, il Motomondiale, il Red Bull Rookies, quali le differenze di ambiente
tra i vari campionati?
KC#74: La Red Bull MotoGP Rookies cup è una scuola formidabile su tutti i punti di vista: mi hanno insegnato che atteggiamento tenere sotto gli occhi dei team manager del paddock del Motomondiale, a risolvere i problemi quasi autonomamente e ad avere un rapporto ideale con i Media.
Il CIV è un campionato molto blasonato in Europa, mi sono divertito molto in questi anni che ci ho corso e mi divertirò ancora all'interno di questo ambiente.
Il motomondiale è il top di gamma; é il sogno di ogni pilota , aver partecipato a due tappe mi ha reso molto orgoglioso, anche perché i risultati sono stati discreti considerando le diverse condizioni tecniche in cui correvo rispetto ai team del big circus.
M34: Senti che riuscirai a sfondare in questo mondo delle corse e quindi arrivare
in uno dei 2 campionati maggiori( MotoGP o Superbike)?Ti attrae piu la MotoGP o la SBK?
KC#74: Il mio sogno è quello di sfondare, di avere una carriera dignitosa, mi farebbe onore correre in entrambi i campionati del mondo; sia quello dei prototipi che quello delle derivate di serie.
M34: Vedendo i campionati di cilindrate minori,appunto 125, si nota una gran
combattività e molto corpo a corpo nelle gare, secondo te come mai nelle classi
superiori tipo la motogp questa lotta è un pò sparita?
KC#74: Su questo argomento ci sono molte discussioni; secondo me, dipende molto dal fatto che nelle classi minori tutti i partecipanti vogliono mettersi in mostra e combattono con il coltello fra i denti; nella MotoGP ad esempio la maggior parte dei piloti sono dei campioni del mondo, e alcuni oltre ad essere campioni sono anche dei fenomeni.
M34: Che tipo di pilota sei?Cosa ti piace in una moto?Riesci a capirne i problemi?
KC#74: Io mi considero un pilota sereno, perché riesco sempre a mantenere la calma anche quando commetto degli errori o quando ho dei problemi tecnici che mi penalizzano in gara o in prove ufficiali.Del resto salgo in sella e "dai de gas" .Quest'anno che ho lavorato con una buona squadra ho notato che le mie sensazioni erano sempre congruenti a ciò che la telemetria rilevava nella moto; diciamo che ho sempre capito abbastanza bene i problemi o i difetti della mia motocicletta, divento un tutt'uno con lei.
M34: Senti che le moto sono la tua ragione di vita?
KC#74: Le moto sono la mia ragione di vita, di sicuro! Ora il mio impegno è al massimo per cercare di mettermi in luce e riuscire a trovare qualcuno che mi possa dare una possibilità concreta per dimostrare i miei numeri.
M34: Sei emozionato quando sali su una sella?
KC#74: Più che quando salgo in sella, sono i minuti che precedono le gare che mi provocano delle sensazioni fortissime, perché quando salgo in sella la concentrazione supera ogni paura o timore e poi non c'è posto nella testa per pensieri o angosce quando si corre contro il tempo!
M34: A proposito...il numero 74 sul cupolino suppongo sia un omaggio giusto?
KC#74: Si in onore e ricordo di Kato.
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